23 percorsi professionali. È giusto che si chieda loro un costante e continuo aggiornamento attraverso la formazione tecnica e professionale. Ma temo che stringere troppo le maglie in tema di formazione scolastica o anni di esperienza possa tornare indietro come un boomerang. iKey: Quindi lei piuttosto renderebbe più stringente l’obbligo formativo professionale? C.N.: I corsi professionali sono qualificanti e fondamentali, per non perdere il contatto con il mercato e la sua evoluzione, e sono davvero accessibili a tutti. Insomma, mettono a disposizione dei tecnici un ottimo livello di sapere e di saper fare, e sono inclusivi. A mio avviso sono gli strumenti di qualificazione migliori, sui quali puntare, soprattutto se accompagnati da un percorso di certificazione da parte di un ente imparziale. L’obbligo di diploma di scuola superiore invece, rischia di diventare uno strumento punitivo che non alza lo standard del settore, ma limita le possibilità di ottimi professionisti che magari da giovani hanno fatto scelte scolastiche meno lungimiranti di altri. MA COSA CHIEDE LA NORMA? Ecco, in modo schematico e sintetico, cosa dice la Uni 11557:2023. Prima di tutto, è bene ricordarlo, la norma è stata concepita per permettere ai professionisti del settore di accedere a una certificazione volontaria delle loro competenze, con l’obiettivo di essere inseriti in un albo specifico che ne attesti la comprovata professionalità. Di seguito la suddivisione dei capitoli, e i requisiti/percorsi richiesti per poter essere ammessi e certificati. PREREQUISITI Serraturiere Junior: diploma di scuola secondaria di secondo grado oppure due anni di formazione professionalizzante, 1 anno di esperienza lavorativa nel settore, 8 ore di corso di formazione. Serraturiere Senior: diploma di scuola secondaria di secondo grado oppure due Normative > Italia Buccino, CEO di Quadrifoglio, rafforza il concetto, e lo fa con il vigore di chi nel settore ha competenza e specializzazione. I.B.: A nostro avviso l’introduzione di una figura professionale con competenze specifiche in duplicazione e clonazione chiavi auto è determinante, per garantire trasparenza a tutta la filiera. iKey: Perché prima mancava trasparenza? I.B.: In materia di duplicazione e clonazione chiavi auto c’era certamente una situazione di poca chiarezza. Chiunque poteva improvvisarsi, a patto che avesse le risorse per acquisire le attrezzature e la voglia di imparare ad utilizzarle. Questo rendeva difficile la competizione professionale, e al contempo non dava strumenti di discernimento all’utente finale. iKey: Però la norma non impedisce a chiunque di lanciarsi all’arrembaggio del settore, giusto? I.B.: Certo che no, il mercato resta libero e aperto. Ma al contempo definito nelle sue competenze riconoscibili. Mi spiego meglio: i tecnici più qualificati attenti preparati e aggiornati, potranno contare su uno strumento obiettivo che ne dichiari e ne dimostri la professionalità. Questo renderà giustizia a chi vuole lavorare secondo certi standard, e metterà nelle condizioni i clienti di sapere sempre con chi hanno a che fare. iKey: Questo potrebbe mettere in difficoltà alcuni tecnici rispetto ad altri? I.B.: Non credo, non nell’ambito dei tecnici professionali che credono e investono nel loro lavoro, nella loro formazione e nel loro aggiornamento. Credo davvero che questa novità metterà ordine, non creerà scompiglio. Poi è chiaro, le novità richiedono un certo tempo per essere metabolizzate. Ma nulla di più. Noi, come azienda, siamo pronti a supportare tutti i professionisti che vorranno percorrere la strada della certificazione nello specifico ambito delle chiavi per autoveicoli.
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